Cos'è la riflessologia plantare e cosa serve

riflessologia plantare a che serve

Hai mai sentito parlare di riflessologia plantare? A cosa serve? Si tratta di una disciplina che consiste nella stimolazione mirata di specifici punti del piede connessi all’energia di organi ed apparati. È in grado di mantenere in salute l’organismo e di donare un profondo benessere esercitando un’azione preventiva e di intervento su diversi squilibri.

Le origini della riflessologia plantare

La riflessologia plantare ha origini antichissime: sembra che i primi trattamenti di massaggio al piede risalgano addirittura al 1500-2000 a.C. circa e si possano ricondurre alla Medicina Tradizionale Cinese e all’Ayurveda. La prima documentazione però risulta l’affresco della tomba egizia di Akhamator, detta anche “tomba del medico”, che mostra un medico nell’atto di manipolare piedi e mani di un paziente.

In occidente però la riflessologia plantare fu introdotta e diffusa nei primi del 900 da un otorinolaringoiatra americano: William Fitzgerald. Il suo scopo era quello di utilizzarla come antidolorifico al posto dell’anestesia poiché aveva osservato che alcuni sciamani pellerossa riuscivano a placare il dolore comprimendo alcuni punti dei piedi e delle mani. Fitzgerald divise il corpo (e il piede) in dieci linee (dette appunto linee di Fitzgerald) una per ogni dito della mano o del piede.La tecnica che sviluppò prese il nome di MASSAGGIO ZONALE e veniva effettuato con strumenti appuntiti come pettini di metallo.

Linee di Fitzgerald

La sua allieva Eunice Ingham invece suddivise il piede secondo tre linee orizzontali: la linea scapolo omerale (che crea la zona cefalica), la linea del diaframma (che crea la zona toracica) e la linea della vita (che crea la zona lombare). Fu lei a creare la vera e propria mappa zonale del piede trovando una corrispondenza tra punti riflessi e organi del corpo e fu sempre lei ad abbandonare gli strumenti di cui si serviva Fitzgerald e ad usare le dita delle mani, soprattutto il pollice.Creò una scuola che attirò l’attenzione di molti europei che poi diffusero la sua opera.

In Italia la riflessologia fa la sua comparsa attorno agli anni 70 grazie ad alcuni allievi dell’inglese Doreen Bayly e della tedesca Hanne Marquardt ( a loro volta allieve della Ingham). .

La riflessologia plantare funziona?

La riflessologia plantare è drenante e disintossicante.

Il drenaggio stimola gli organi emuntori come fegato, reni, intestino, polmoni e pelle in modo da metterli in condizione di eliminare più efficacemente i residui derivanti dal metabolismo dei cibi ( e non solo). La riflessologia è in grado quindi, tramite la stimolazione dei punti riflessi corrispondenti a tali organi, di regolarizzare e accrescere l’attività escretoria degli stessi.

La detossificazione invece comporta la neutralizzazione ed eliminazione delle tossine. Per tossine si possono intendere:

tossine endogene: i prodotti di scarto dei processi metabolici del corpo;

tossine esogene: virus, batteri, tossine derivanti da cibi e bevande o da farmaci, tossine ambientali;

tossine psichiche:pensieri ed emozioni negative o assillanti.

Qualsiasi massaggio del piede ha un grande effetto rilassante e crea uno stato di benessere generale. Si trattano zone come il plesso solare (dove di solito si accumula tensione) o il diaframma che molto spesso è bloccato e va quindi a creare una respirazione corta, affannata e una scarsa ossigenazione. Si trattano zone come l’area cervicale e il trapezio, in modo da sciogliere le tensioni accumulate durante la giornata. Si vanno a stimolare la circolazione sanguigna, la muscolatura, la colonna vertebrale, in modo da risvegliare l’organismo nella sua interezza.

Quali sono i benefici della riflessologia plantare e a cosa serve?

I benefici della riflessologia plantare sono numerosi. Dona da subito un benessere psicofisico generale e aiuta a mantenere lo stato di salute e a prevenire l’insorgenza di molte problematiche. Andando a vedere nello specifico si hanno:

Drenaggio e detossificazione.

Diminuzione del dolore e delle tensioni.

Ossigenazione dei tessuti e miglioramento della respirazione.

Rilassamento generale.

Informazioni sul proprio livello energetico o di salute.

A tal proposito infatti, anche se non si tratta di una tecnica diagnostica, possiamo dire che il piede racconta molto sulla persona. La presenza di dolore intenso (in seguito alla stimolazione di alcuni punti riflessi) infatti può indicare la presenza di una problematica infiammatoria o in fase acuta mentre un dolore sordo (simile a quello di un livido) potrebbe indicare una problematica di “vuoto energetico” o un disturbo che si è cronicizzato. Anche il colore, l’odore, la forma del piede e la presenza di callosità possono fornire informazioni interessanti che il riflessologo esperto è in grado di cogliere e riferire alla persona.

La riflessologia plantare serve per problemi specifici?

I benefici di questa tecnica sono veramente tantissimi ma ne possiamo elencare alcuni tra i principali.

La riflessologia plantare ha effetto analgesico: allevia dolori articolari e muscolari, è utile in caso di cefalea, cervicalgia, lombalgia, sciatalgia ecc.

Ha azione anti stress e rilassante: migliora la qualità del sonno e allevia l’ansia.

E’ stimolante e riequilibrante del sistema ormonale: aiuta a regolarizzare il ciclo mestruale e i sintomi della menopausa.

Migliora la circolazione sanguigna e linfatica ed è quindi utile in caso di ritenzione idrica e cellulite.

Ha un notevole effetto benefico sul sistema urinario: è adeguata in caso di cistiti, poliuria ecc.

Riequilibra e stimola l’apparato digerente: è quindi utile in caso di stitichezzareflusso gastro esofageo, gonfiore addominale.

E’ immunomodulante e immunostimolante: aiuta a prevenire influenza e raffreddore o a espellere l’eccesso di muco .

Riflessologia plantare: controindicazioni

La riflessologia plantare è una pratica non invasiva. Solo in rari casi si presentano effetti indesiderati come:

Indolenzimento delle aree trattate. Di solito sparisce dopo poche ore o il giorno seguente.

Senso di stordimento o confusione: si tratta del profondo rilassamento creato dal trattamento (a cui la persona potrebbe non essere abituata).

Mal di testa dovuto alla mobilitazione delle tossine, può verificarsi se la persona beve poco. Infatti dopo un trattamento è consigliabile bere molto in modo da facilitarne e velocizzarne l’espulsione.

Ci sono comunque dei casi in cui è meglio non ricorrere alla riflessologia plantare o è meglio richiedere un parere medico prima di effettuare una seduta. Di solito si tratta di individui con patologie gravi o conclamate come: gravi problemi circolatori o complicazioni dovute al diabete(trombosi venosa profonda, ulcera ai piedi, vasculite o infarto), epilessia, in caso di una gravidanza a rischio o durante i primi tre mesi. 

In cosa consiste un trattamento?

Il trattamento consiste nella stimolazione mirata dei punti riflessi del piede per la durata di un’ora circa. Di solito tratto le aree del piede corrispondenti a tutti gli apparati, perché credo che tutti gli organi siano strettamente correlati tra loro e che abbiano bisogno di essere trattati.Può capitare (soprattutto durante le sedute successive) di insistere su alcuni punti specifici che necessitano una maggiore attenzione.

Quante sedute si possono fare?

Quello verso il benessere è un percorso personale e a questa domanda non è facile rispondere perché si tratta di una valutazione che andrebbe fatta al momento con la persona. Ci sono individui che rispondono al primo trattamento, altri che hanno bisogno di due o trattamenti prima di notare qualche risultato.

Una volta raggiunto l’obbiettivo, che consiste nel ritrovare il benessere generale, consiglio sempre di effettuare alcuni trattamenti, anche a distanza di qualche mese, in modo da mantenere i risultati ottenuti.

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